CAMPUS: Tempi & Diaframmi

Potremmo considerare questa la prima lezione. Partiamo da appunti dedicati a chi ha scarse conoscenze della materia. Questo non esclude il fatto che un po’ di ripasso possa essere utile a tutti quanti.

La corretta esposizione e la profondità di campo

Si tratta di trovare il giusto dosaggio della luce che va a impressionare la pellicola, nel caso di una macchina fotografica analogica, oppure un sensore, nel caso di una camera digitale.  Questa sensibilità che si misura in ISO.

  • Il giusto dosaggio è dato dal rapporto esistente tra il diaframma e il tempo di apertura dell’otturatore.

Ovviamente, più il diaframma è aperto e più luce passa da questa apertura.
Al contrario, più il diaframma è chiuso meno luce passerà.  Per compensare, i tempi di otturazione dovranno perciò essere più lunghi.

  • Ad ogni chiusura di diaframma deve corrispondere il raddoppio della durata dei tempi di scatto.
  • Viceversa, un’apertura di diaframma permette di dimezzare il tempo.

 

diaframmi

Questa regola basilare è il fondamento numero uno dell’intervento creativo nel realizzare una immagine.
Perché ha a che fare con la profondità di campo che altro non è che la porzione di spazio a fuoco all’interno della composizione.

  • Se voglio ritrarre una soggetto astraendolo dallo sfondo, che desidero sfuocato il più possibile, userò un diaframma molto aperto.

Specialmente con le focali più lunghe, questo mi restituirà la massima attenzione sul soggetto e uno sfondo indefinito fatto di toni sfumati e oggetti irriconoscibili. Al contrario

  • se desidero la massima nitidezza su tutta l’inquadratura sceglierò un diaframma molto chiuso.

Ora vi beccate l’esempio del buco della serratura. Di solito lo racconto ai bimbi, ma è molto utile a tutti, credetemi.

Chiudete gli occhi e immaginate. Siete in una stanza buia. C’è di fronte a voi una porta con il foro della serratura molto, molto stretto.
Da quello passa un filo di luce, sì proprio un filo quasi una retta. I punti di fuoco si incontrano sulla retta e procedono per lunghi tratti insieme.

  • Questo è il diaframma più chiuso, che crea grande profondità di campo, cioè una grande porzione di immagine a fuoco.

Immaginate ora un foro della serratura grandissimo. Da quello entra tantissima luce nella nostra stanza buia. I punti di fuoco si incontrano e presto si divaricano.

  • Questo è il diaframma più aperto, che ha un punto a fuoco e il resto sfuocato.

Conclusione: l’immagine perfetta nasce dal giusto dosaggio della luce e dalla scelta di regia per quello che riguarda la profondità di campo (fuoco e sfocatura).

Se lo volete decidere voi tutto ciò, dovrete lavorerete in manuale. Ma, se preferite, ci sono automatismi che hanno implementato questa ed altre regole.

Pubblicato da

paolo camillo sacchi

sono fotografo prevalentemente ritrattista.

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